Lucca, 26 aprile 2024 – Sono due i progetti della Scuola IMT incentrati sul tema dei borghi e delle aree interne e periferiche. Si tratta del progetto “Borghi, paesi, aree interne: infrastrutture, sostenibilità e qualità della vita” che prende a oggetto la Garfagnana e la Media Valle del Serchio dal punto di vista del patrimonio culturale e del progetto “Rinascita dei borghi - Per il rilancio delle aree marginali e lo sviluppo di poli di attrattività” che si focalizza sulla digitalizzazione delle imprese a livello nazionale, con un focus sulla Garfagnana e la Media Valle del Serchio.
Entrambi vogliono essere strumenti e soluzioni concrete per decisori politici, amministrazioni locali, istituzioni e aziende. L’obiettivo è infatti quello di offrire strumenti di intervento utili a favorire lo sviluppo delle aree decentrate e marginali del Paese, uniche per bellezza paesaggistica e ricchezza storico-culturale, rendendole attrattive per gli investimenti privati, scelte abitative e imprenditoriali.
“Borghi, paesi, aree interne: infrastrutture, sostenibilità e qualità della vita”
E’ un progetto finanziato nell’ambito della “Programmazione Triennale 2021-2023 (Pro3)”, promossa e co-finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca, e realizzato in collaborazione con un’altra Scuola superiore a ordinamento speciale, il GSSI dell’Aquila, i cui risultati saranno presentati giovedì 2 maggio a Castelnuovo di Garfagnana.
La ricerca ha avuto come obiettivo l’analisi del livello di connettività e accessibilità nelle aree interne (in termini di accesso ai servizi, supporto alla mobilità e alle attività produttive, attrazione di residenti, visitatori, clienti ecc.). Nello specifico, la Scuola IMT e il GSSI si sono occupati rispettivamente del territorio della Valle del Serchio (Garfagnana e Mediavalle) e della Valle Subequana in Abruzzo.
Il gruppo di ricerca, come nella tradizione della Scuola IMT, ha visto l’attività sinergica di geografi, archeologi, storici dell’arte, giuristi, informatici, economisti e fisici, che hanno raccolto, indagato e messo a disposizione una serie di dati sviluppando un modello di analisi che consente di valutare buone pratiche da mettere in atto sul territorio.
I risultati del progetto si sono concretizzati in una serie di report e paper in preparazione (per citarne alcuni: “Centri di periferia. Il patrimonio culturale e paesaggistico nelle aree interne: il caso della Valle del Serchio” e “Il museo e il paese: sfide e opportunità. Il caso della Valle del Serchio”, entrambi di Elisa Bernard, ricercatrice della Scuola IMT).
“Tra gli esiti più significativi della ricerca - commenta Elisa Bernard - risulta di grande interesse il ruolo che la cura corale del patrimonio culturale può giocare nel “creare comunità” e nel rafforzare l’identificazione con il territorio e la coscienza di luogo: in questo senso, prendersi cura del patrimonio ha un impatto maggiore sulla costruzione di un senso di appartenenza rispetto al fatto che un territorio disponga o meno di una eredità culturale condivisa - più o meno consistente - nella quale identificarsi.”
Il patrimonio, sempre a quanto emerge dallo studio, può rivelarsi altresì una risorsa di crescita locale sostenibile e innovativa che passa attraverso la conservazione e la valorizzazione di saperi, tecniche e strumenti legati all’artigianato e alla cura del territorio e delle attività tradizionalmente ad esso connesse - come la pastorizia e l’agricoltura - facendo leva sull’eccellenza, autenticità e unicità delle produzioni locali nel rispetto delle vocazioni storiche del territorio. Esso può così diventare un importante fattore di attrattività sia per residenti e imprese sia per il turismo culturale, potenziale volano di sviluppo economico e sociale inclusivo e sostenibile.
“Rinascita dei borghi - Per il rilancio delle aree marginali e lo sviluppo di poli di attrattività”
Anche in questo progetto, realizzato nell’ambito delle attività dell’Osservatorio per lo Sviluppo dei Territori” istituito nel luglio 2020 con un protocollo d’intesa sottoscritto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze-Ragioneria Generale dello Stato e dall’Eurispes e l’Istituto di studi politici, economici e sociali, l’area della Garfagnana ha rivestito un ruolo di primo piano, costituendo un caso studio specifico nell’ambito di una ricerca a carattere nazionale.
In questo caso, la Scuola IMT si è occupata delle tematiche legate alle infrastrutture immateriali e alla sicurezza delle reti: principalmente allo stato della digitalizzazione delle imprese in Italia.
Il progetto, svolto in collaborazione con ricercatori della London School of Economics, Sapienza Università di Roma e Politecnico di Torino, ha per prima cosa affrontato il problema della definizione giuridica di “borgo” e della creazione di un metodo per implementarla sul territorio nazionale. Successivamente, il gruppo di ricerca ha costruito un database (con dati pubblici) per descrivere e caratterizzare i territori, su base comunale, su una serie di dimensioni: economica, demografica, infrastrutturale e geografica. La ricerca si è conclusa con un’analisi sulla digitalizzazione d’impresa attraverso la definizione di un indice di qualità dei siti web delle aziende.
Dallo studio emerge come, generalmente, il grado di digitalizzazione delle imprese della Garfagnana è un aspetto su cui porre l’attenzione attraverso interventi migliorativi. Un risultato che comunque non è scoraggiante, visto che alcuni comuni con almeno tre aziende hanno un indice di digitalizzazione addirittura superiore alla media nazionale.
“Questo dato - commenta Fabio Pinelli, professore di informatica alla Scuola IMT - è una fotografia della situazione attuale, caratterizzata in molti casi da aziende di piccole dimensioni. Sicuramente un consolidamento delle infrastrutture digitali e un’alfabetizzazione alla digitalizzazione per queste tipologie di imprese potrebbe avere effetti positivi sul territorio e sulle imprese stesse.”