In fuga dai loro paesi, la dottoressa afgana Masuma Nazari e la professoressa ucraina Valeriia Prokopenko, sono oggi al sicuro tra le mura del campus di San Francesco. La Scuola IMT le ha accolte offrendo loro un contratto da visiting professor con cui svolgere attività di ricerca, e un alloggio che le ospiti assieme alle loro famiglie.
La loro storia inizia lontano da Lucca. La dottoressa Masuma Nazari, ex direttrice dell’Afghan National Archive di Kabul, esperta di manoscritti persiani e di sigilli della monarchia afgana, appartenente agli Hazāra - un gruppo sciita da sempre avversato dai talebani saliti al potere nell’agosto del 2021 - era entrata in contatto con la Scuola IMT tramite Amos Bertolacci. Professore in Storia della filosofia medievale e islamica e fra i referenti dell’organizzazione in difesa della libertà accademica Sar (Scholars at Risk), alla quale la Scuola aderisce da due anni, Bertolacci aveva collaborato con la dottoressa Nazari nell’ambito di un progetto dello European Research Council su temi attinenti il patrimonio dei manoscritti arabo-islamici.
La professoressa Valeriia Prokopenko, docente di Economia all’Università di Kharkiv, invece, era in fuga dall’Ucraina dopo lo scoppio della guerra e ha contattato la Scuola IMT attraverso “ScienceforUkraine”, un portale finalizzato a far incontrare l’offerta di ospitalità da parte di atenei e centri di ricerca in tutta Europa con le richieste di aiuto provenienti da studiose e studiosi ucraini.
"La Scuola IMT - dichiara il Rettore Rocco De Nicola - è da sempre schierata a difesa dei diritti umani, e ha supportato le battaglie per la libertà individuale e di espressione. Crediamo fermamente in questi valori come uomini e donne, prima ancora che accademici e studiosi".
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