Inaugurato il sedicesimo anno accademico della Scuola IMT. Il Direttore De Nicola: “Abbiamo il dovere di sfidare l’ignoto per diventare attori di cambiamento”

Nel giorno del suo sedicesimo anniversario, la Scuola IMT inaugura oggi l’anno accademico 2021/2022, il primo sotto la guida del professor Rocco De Nicola.
Apertura al cambiamento, attitudine al rischio e necessario duro lavoro sono le parole con le quali il Direttore De Nicola – citando prima il premier canadese Justin Trudeau, poi l’Inferno di Dante – ha dato ufficialmente il via al nuovo anno accademico. “Dirigerò un’orchestra di individui di grande valore, competenza e spiccato spirito di servizio – ha detto De Nicola – darò il mio contributo, insieme a tutta la comunità accademica per sviluppare la Scuola IMT innovativa e multidisciplinare che tutti abbiamo voluto”.

Nella sua prolusione il Direttore ha delineato gli obiettivi del suo mandato triennale. Primo fra tutti la crescita che si realizzerà innanzi tutto attraverso il potenziamento dell’offerta formativa, quindi con l’attivazione di nuovi percorsi di dottorato, ma anche Master di II livello, lauree magistrali in collaborazione con altri Atenei e corsi executive per l’impresa e la pubblica amministrazione.

Parola d’ordine complementare a crescita sarà cooperazione, quell’importanza di fare sistema, sottolineato anche dall’Assessora Regionale con delega all’Università e alla Ricerca, Alessandra Nardini, che ha rivolto il suo indirizzo di saluto insieme al Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, al Sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini e al presidente della Provincia, Luca Menesini. “Tornare in presenza – ha detto l’Assessora Nardini rende questo anno accademico speciale”. La Scuola IMT, ha concluso, è un modello virtuoso di integrazione tra studio e ricerca in cui crediamo molto. Parole condivise anche dal Presidente Eugenio Giani che ha sottolineato il valore della Scuola IMT all’interno del sistema universitario toscano: “un crogiolo di innovazione” che la Regione continuerà a sostenere anche in vista delle nuove opportunità che si apriranno con il Pnrr e attraverso altre risorse europee.

Primo passo per rafforzare la sinergia fra Atenei, e in particolare quella fra le sei Scuole a ordinamento speciale italiane – insieme alla Scuola IMT: Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, SISSA di Trieste, IUSS di Pavia, GSSI de l’Aquila, cui si aggiungerà presto la Scuola Superiore Meridionale – sarà il potenziamento delle iniziative congiunte, grazie anche a finanziamenti specifici del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). “Stiamo definendo proprio in questo periodo una serie di progetti congiunti che aiuteranno la reciproca conoscenza e permetteranno di mettere in atto iniziative più ambiziose che puntino a ribadire la diversità ed il ruolo “speciale” delle sei nostre Scuole all’interno del panorama della formazione avanzata nel nostro Paese”, ha detto il Direttore De Nicola.
Lo spirito di cooperazione si estenderà parallelamente anche a tutti i professori e i ricercatori che in passato hanno trascorso un periodo di studio e ricerca alla Scuola IMT e per questo hanno contribuito alla sua crescita, attraverso la creazione di un’associazione complementare a quella degli allievi ed ex allievi.

La crescita della Scuola, poi, dovrà essere necessariamente accompagnata dalla ricerca di nuovi spazi perché, ha ricordato il Direttore De Nicola, “l’edificio che inaugureremo in via Brunero Paoli insieme a Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca a febbraio 2023 non basterà. Dobbiamo lavorare sin da ora per individuare nuovi spazi che permettano di avere un Campus diffuso all’interno delle mura di Lucca”.

Poi, un messaggio alla città di Lucca: “La Scuola IMT può essere ancora di più un valore per la città e aiutarla a crescere. So che continueremo ad avere le istituzioni lucchesi a nostro fianco e auspico che la Fondazione lucchese per l’alta formazione e la ricerca continui a sostenerci finanziando iniziative di frontiera”.

Non è mancato, infine, un riferimento al cosiddetto bilanciamento di genere all’interno del mondo universitario. Anche alla Scuola IMT, ha evidenziato il Direttore De Nicola, il ruolo delle donne nelle posizioni apicali è minoritario. “La questione di genere – ha ribadito il Direttore – è una delle priorità in agenda per i prossimi tre anni”. Primo segnale è stato proprio la recente nomina di una donna all’interno della squadra di delegati che affiancheranno il prof. De Nicola nella gestione della Scuola.

Un problema, quello del gender gap, affrontato anche dal prof. Roberto Baldoni – direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale – in una lectio magistralis dal titolo “La gestione del rischio cyber in un mondo di sovranità digitali”.
Sono troppo poche – ha ricordato Baldoni – le donne che intraprendono studi informatici o lauree STEM in generale, specialmente nei paesi occidentali. Pochissime, poi, sono quelle che si specializzano in cybersicurezza. Non possiamo rinunciare senza battere ciglio al 50% della forza lavoro potenziale. Qualcosa dobbiamo fare a livello educativo e sociale per aumentare la forza lavoro in particolare quella femminile”.

Nel corso della sua lectio il professor Baldoni ha riportato l’attenzione sul ruolo che la sicurezza informatica ha assunto e continua ad assumere all’interno della società contemporanea, dove la trasformazione digitale ci ha posti di fronte a nuovi quesititi.

La cybersecurity – ha detto il prof. Baldoni – è la nuova sfida della nazione insieme al cambiamento climatico, e purtroppo alla pandemia. Non ci sarà una 'tecnologia', come molti potrebbero pensare, che metterà tutti al sicuro dagli attacchi cyber ma avremo bisogno di una politica di cybersecurity nazionale per gestire la minaccia derivante dalla trasformazione digitale e mantenerla all'interno di un rischio accettabile nel tempo”. Per questo motivo, ha ricordato il prof. Baldoni “sensibilizzazione, prevenzione e mitigazione sono le nostre parole chiave”.

A rischio, in questo periodo di trasformazione, non c’è solo l’industria o la pubblica amministrazione: anche la democrazia e la società in generale sono sotto attacco: “Le fake news e i deepfake, diffusi attraverso il cyberspazio – ha ricordato Baldoni – tendono a confondere e destabilizzare i cittadini. La 'disinformazione' ingenera un rischio sistemico legato agli attacchi cognitivi che ogni grande paese democratico deve capire e affrontare per tempo aumentando, tra l'altro, l'uso consapevole della rete e degli strumenti del web da parte della popolazione”.

Di disinformazione e del valore che la Scienza assume e ha assunto soprattutto in questo periodo di pandemia ha parlato anche il Sindaco della città di Lucca, Alessandro Tambellini. “Oggi la scienza – ha ricordato Tambellini – è messa a rischio da un’informazione cialtrona, non controllabile che rischia di vanificare il lavoro prezioso degli studiosi”. Argomenti centrali, questi, anche per il Presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini. “Con la pandemia – ha detto Menesini – vediamo con più chiarezza il ruolo che la scienza ha e può assumere nelle nostre vite. La conoscenza è l’unico strumento che abbiamo per migliorare la vita delle persone e per contrastare la diffusione di notizie false”.

La cerimonia di inaugurazione si è conclusa con l’intervento di quattro studentesse – Nicole Crescenzi, Erica Ordali, Veronica Pizziol e Francesca Randone – in rappresentanza dei quattro percorsi di dottorato in neuroscienze, beni culturali, economia, informatica e ingegneria dei sistemi.

Fra i presenti alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022: il Prefetto Francesco Esposito, il Questore Alessandra Faranda Cordella, il Procuratore capo, Domenico Manzione, il Procuratore della Repubblica, Lucia Rugani, il Presidente della Fondazione lucchese per l’alta formazione e la ricerca, Marcello Bertocchini, l’Assessora alle politiche formative del Comune di Lucca, Ilaria Vietina.
Presenti, in rappresentanza delle Università toscane: Sabina Nuti, Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, Alessandra Petrucci, Rettrice dell’Università degli Studi di Firenze, Luigi Ambrosio, Direttore della Scuola Normale Superiore; Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per stranieri di Siena, Eugenio Coccia, Rettore del Gran Sasso Science Institute, i professori Ciro Gennaro Corvese per l’Università degli Studi di Siena e Carlo Petronio per l’Università di Pisa.

La Scuola IMT è stata fondata con un decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca il 18 novembre 2005 e fa parte del sistema Universitario pubblico. È, infatti, una delle sei Scuole Superiori a Ordinamento Speciale insieme a Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, IUSS di Pavia, GSSI dell’Aquila, SISSA di Trieste. La Scuola IMT offre corsi di dottorato e i suoi allievi – quest’anno in tutto 179, mentre 39 sono i nuovi allievi – provengono da tutto il mondo. Ognuno di essi, dopo aver superato una selezione pubblica internazionale, ottiene una borsa di studio, vitto e alloggio nel Campus. Nel 2018 la Scuola IMT ha approvato un nuovo Statuto che prevede fra le altre cose un riequilibrio dei poteri e garantisce un ruolo centrale al Senato Accademico.

Roberto Baldoni – ad agosto 2021 è stato nominato primo Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi. Da Gennaio 2018 ha ricoperto il ruolo di Vice Direttore Generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), con la responsabilità di costruire e sviluppare il “Perimetro per la sicurezza nazionale cibernetica”, una rete di centri di controllo che ha l’obiettivo di passare al vaglio l’equipaggiamento tecnologico in tutte le commesse sensibili, comprese quelle della Pubblica Amministrazione. Baldoni ricopre, inoltre, il ruolo di punto di contatto per l’Italia con la NATO per le “cyber policy” e con la UE per l’implementazione della Direttiva NIS. Roberto Baldoni è anche Professore Ordinario di Scienza dei Computer, dal 2002 in aspettativa dall’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Baldoni è stato fondatore e direttore del “Sapienza Research Center for Cyber Intelligence and Information Security (CIS)”.

Rocco De Nicola è il primo Direttore della Scuola IMT ad essere eletto secondo le regole del nuovo Statuto – con lo Statuto precedente, infatti, i direttori erano nominati dal Consiglio Direttivo ndr –. Alla Scuola IMT il prof. De Nicola è ordinario di Informatica, direttore dell'unità di ricerca SysMA e coordinatore del programma di dottorato in Scienza dei Sistemi. Collabora con il Gran Sasso Science Insitute de l’Aquila e ha insegnato come professore ordinario anche all'Università di Firenze e alla Sapienza Università di Roma. In precedenza è stato ricercatore al CNR di Pisa e ha lavorato prima all'Università di Edimburgo, poi per Italtel a Milano e alla Olivetti di Pisa. È stato visiting professor all'École Normale Supérieure di Parigi e all'Università Ludwig Maximilian di Monaco, e visiting scholar alla Microsoft Research di Cambridge. Ha conseguito la laurea in Scienze dell'Informazione all'Università di Pisa nel 1978 e ha ricevuto un dottorato di ricerca in Informatica dall'Università di Edimburgo (UK) nel 1985. Attualmente è direttore del Cybersecurity Competence Center della Toscana (C3T) e vicedirettore del Laboratorio Nazionale per la Cybersecurity del CINI - Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica. Con Roberto Baldoni ha curato il volume Il Futuro della Cyber Security in Italia. Un libro bianco per raccontare le principali sfide che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi cinque anni (2015) e, insieme anche a Paolo Prinetto, Il Futuro della Cybersecurity in Italia: Ambiti Progettuali Strategici (2018).

 

       

Giovedì 18 novembre 2021 - 16:33