Francesca Setti, ricercatrice presso il Molecular Mind Laboratory (MoMILab) della Scuola IMT Alti Studi Lucca, si è aggiudicata il premio miglior Tesi di Dottorato, conferito dall’Associazione Italiana di Psicologia (AIP) alle tesi dottorali più innovative nel campo della psicologia sperimentale, con un lavoro che ha indagato gli adattamenti del cervello delle persone affette da cecità o sordità congenita. Il lavoro premiato si intitola Naturalistic stimulation in sensory-deprived individuals reveals overlapping large-scale brain organization with differential cross-modal mechanisms.
Nel progetto scientifico, frutto di una collaborazione tra Scuola IMT e il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, Setti e il gruppo di collaboratori dei due poli universitari hanno studiato come il cervello di ciechi e sordi congeniti elabora il flusso di informazioni proveniente dal mondo esterno attraverso, rispettivamente, i sensi dell’udito e della vista. Lo studio delle risposte cerebrali di individui con deprivazione sensoriale permette non solo di comprendere gli effetti della mancanza dell’informazione proveniente da un canale sensoriale sulle funzioni cerebrali, ma anche di formulare teorie circa il funzionamento del cervello in condizioni di sviluppo tipico. La ricerca si è avvalsa di un protocollo sperimentale innovativo, che ha consentito l’acquisizione di dati di risonanza magnetica funzionale (fMRI) di 50 partecipanti (di cui 18 tra ciechi e sordi congeniti) durante un’esperienza sensoriale rappresentata dalla visione di un film o dall’ascolto della sua audiodescrizione. L’utilizzo di questo tipo di stimolo ha permesso ai ricercatori di riprodurre in un contesto di laboratorio un’esperienza realistica, e dunque di studiare come funziona il cervello nella percezione del mondo che ci circonda.
Lo studio ha dimostrato come in seguito a cecità o sordità congenita, il cervello vada incontro a una serie di adattamenti che consentono alle aree deprivate di elaborare le proprietà dell’informazione convogliata dai canali sensoriali disponibili. In altre parole, le aree visive dei ciechi riescono a decodificare tracce sonore complesse, e altrettanto fa la corteccia uditiva dei sordi con l’informazione visiva. Tuttavia, la ricerca suggerisce che la plasticità delle cortecce visiva e acustica siano guidate da meccanismi di riorganizzazione funzionale diversi. I risultati dello studio hanno importanti implicazioni sia per la comprensione di come il cervello elabora l’informazione dei nostri sensi, sia per lo sviluppo e l’adozione di misure di intervento specifiche per le diverse condizioni di deprivazione sensoriale.
“Sono davvero felice e onorata di questo premio che rappresenta un riconoscimento importante del lavoro svolto nei quattro anni di dottorato – commenta Francesca Setti – Grazie all’uso di un paradigma sperimentale innovativo pensiamo di poter contribuire in modo significativo ad ampliare le attuali conoscenze sull’architettura funzionale del cervello”.